Il processo di riatletizzazione è complesso e va gestito con la massima attenzione da un professionista: non si tratta infatti soltanto, come molti credono, dell'ultima fase del percorso di recupero funzionale di un atleta infortunato. Per ottenere una completa ripresa delle capacità e delle abilità sport-specifiche dell'atleta, un moderno riatletizzatore deve essere un esperto di lesioni muscolari, un abile manipolatore in particolare dei tessuti molli, deve possedere competenze sulla gestione mentale ed emotiva sia dell'atleta che dell'amatore, e saper strutturare programmi di prevenzione e di recupero per ottenere il massimo dalle varie fasi che li compongono. Si tratta quindi di una gestione globale dello sportivo, intesa prima come prevenzione e in seconda battuta come recupero, che ha come punti di partenza le lesioni muscolari dirette e indirette, il suo storico di infortuni, i suoi schemi neurologici di movimento, e che sfrutta al meglio le possibilità che ci offre la tecnologia più avanzata.
Come si è modificata la camminata dell'atleta, e in particolare rispetto agli schemi del suo sport? Nello specifico in quale azione muscolare e a quale grado di movimento si evidenziano le conseguenze dell'infortunio? Con quale strategia è possibile instaurare una nuova sequenza motoria? Come si modificheranno muscoli, tendini, legamenti, articolazioni, ossa, sino al ripristino di valori di norma?